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La lezione fiamminga: farsi legittimare fuori patria. Task force identitaria per la politica estera

 

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di LUCA POLO – E’ notizia di questi giorni del lancio di “N-VA Internationaal”, uno strumento della N-VA (partito indipendentista fiammingo al governo del Belgio, in coalizione) che servirà, come dicono loro, a mettere la causa indipendentista fiamminga “saldamente sulla mappa”.

Karl Vanlouwe (parlamentare fiammingo), Peter Luykx (parlamentare federale) e Sander Loones (europarlamentare) sono stati nominati responsabili per l’internazionalizzazione. I fiamminghi vogliono ora andare “a pesare” direttamente sulla politica estera, al di là del filtro delle istituzioni del Belgio. La N-VA in realtà ha sempre avuto attivissimi contatti internazionali ed ha sempre ragionato nel senso della cooperazione internazionale, basti pensare che le figure chiave della N-VA non hanno mai fatto segreto di sostenere apertamente ICEC ONG prendendo parte attivamente alle varie iniziative internazionali dell’organizzazione per l’applicazione del diritto di autodeterminazione in Europa.

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La determinazione a lavorare a questo profilo internazionale non è una coincidenza: la N-VA vuole che i suoi parlamentari, segretari di stato e ministri a tutti i livelli siano più attivi e visibili in materia di politica estera, in particolare la politica dell’Unione europea, che ha un impatto crescente sulla vita quotidiana dei cittadini nelle Fiandre.

Il dibattito sul futuro dell’Unione è attualmente in pieno svolgimento. “Vogliamo la cooperazione europea, ma come ‘eurorealisti’ respingiamo decisamente l’idea di un grande superstato europeo.” La diplomazia moderna di N-VA Internationaal sostiene il governo fiammingo affinchè completi la sua politica estera ambiziosa, compreso lo sviluppo di un ministero fiammingo a pieno titolo degli affari esteri. Chiediamo anche un’ulteriore professionalizzazione della diplomazia fiamminga e mirata diplomazia culturale, accademica e pubblica”, precisa Vanlouwe.

Dello stesso avviso da tempo si è dimostrato l’attuale Governo catalano, che nonostante la ferma opposizione della Spagna e ricorsi vari che hanno costretto la Catalogna a modificare il “titolo” del Ministro degli Esteri, ha di fatto costituito una task force diplomatica istituzionale costituita dal Ministro Raul Romeva e dal Vice Ministro Jordi Solè, entrambi esperti in relazioni internazionali, e che stanno viaggiando in continuazione in lungo ed in largo per l’Europa a spiegare le motivazioni e le dinamiche del processo di autodeterminazione che sta portando la Catalogna verso la costituzione di un nuovo stato d’Europa, raccogliendo sempre maggiore sostegno alla causa catalana sia sul piano politico che mediatico.

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In Scozia, dopo l’eccellente lavoro diplomatico svolto negli ultimi anni dall’ex Ministro per gli Affari Europei Humza Yousaf (ora Ministro dei trasporti), il caso Brexit ha di fatto determinato una spaccatura tra la diplomazia scozzese filo-europea e quella di Westminster. Evidenza di questo il fatto che il giorno dopo la votazione che ha decretato questa frattura e l’uscita dell’Europa dei domini di Sua Maestà, la premier scozzese Nicola Sturgeon era già a Bruxelles bypassando la diplomazia del Regno Unito per ribadire alle istituzioni continentali che una Scozia indipendente aderirà all’Unione Europea. Nel frattempo in Scozia c’è fermento e ricomincia la mobilitazione sociale per preparare il nuovo (si crede fermamente anche definitivo) referendum per l’indipendenza. Sono tornati in campo a chiedere “l’adunata generale” le figure storiche della campagna sociale indipendentista degli scorsi anni, in primis l’inarrestabile famiglia McAlpine con Robin (Commoweal) e Shona (Scottish Independence Convention) storica attivista e fondatrice della Ong  ICEC. FIAMMINGHI3

In tutta Europa nelle aree dove l’indipendentismo è riuscito a trovare una sintesi politica e a presidiare le istituzioni, all’avanguardia sociale della cooperazione internazionale per l’applicazione del diritto di autodeterminazione ICEC, si stanno affiancando vere e proprie task force diplomatiche politiche ed istituzionali.

E in Veneto? In Veneto purtroppo il diffusissimo sentimento identitario e la strabordante voglia di autogoverno dimostrata da ogni sondaggio continuano a non avere una adeguata rappresentazione politica e istituzionale, fatta eccezione per il solo consigliere indipendentista eletto Antonio Guadagnini, che 1 di 50 ha giocoforza le mani legate nella formazione di una task force diplomatica istituzionale capace di parlare con la voce dei Veneti al mondo senza la distorsione del filtro istituzionale italiano. 2016-09-03-PHOTO-00000105

Nella foto: Peter Luyxk ( N-VA Internationaal), Anna Arquè (ICEC Ong) e Jan Van Esbroeck del parlamento fiammingo.

Anche per questo è necessario continuare a credere e a lottare per la via politica fino a quando avremo la forza ed i numeri anche per attivare una diplomazia veneta istituzionale, perché credo fermamente che come disse nel famoso discorso in diretta Artur Mas quando annunciava che il referendum per l’indipendenza autogestito del 9 Novembre 2014 si sarebbe svolto comunque nonostante il divieto spagnolo, questa battaglia e la sua credibilità, oggi in Europa, si vincono soprattutto a livello internazionale.

 

Nella foto: Peter Luyxk ( N-VA Internationaal) e Anna Arquè (ICEC) 

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