Rimborsopoli in Regione Lombardia, spese assurde da destra a sinistra – L'Indipendenza Nuova

Rimborsopoli in Regione Lombardia, spese assurde da destra a sinistra

di CARLO CAGLIANI

Aldilà della vicenda penale, che verrà sicuramente discussa con gli eventuali rinvii a giudizio che chiederà la procura, fa gridare vendetta il comportamento degli “eletti del popolo” in Regione Lombardia. Nella richiesta di archiviazione per una ventina di ex Assessori del Pirellone, la Procura osserva che le leggi non consentono di attribuire alle spese da loro effettuate “un disvalore penale”. Infatti, argomentano, “alcune spese, pur caratterizzate da inopportunità, sproporzione o incongruenza contabile, sono astrattamente riconducibili alle tipologie e causali di spesa consentite dalle regole vigenti”. Capito? Come dire, spese assurde ma loro si erano fatti una norma per sfangarla. In questi casi i pm spiegano che potrebbe configurarsi una responsabilità contabile davanti alla Corte dei Conti, ma non “una condotta consapevolmente appropriativa, finalizzata esclusivamente al soddisfacimento di un interesse personale”.

Nel documento, i pm segnalano alcune di queste spese “connotate da circostanze anomale, singolari o che rendono quantomeno inopportuna la spesa”, “ad esempio documenti fiscali, rilasciati nella maggior parte dei casi da ristoratori, riportanti dati corretti a penna, numero di coperti non coerenti rispetto ai commensali dichiarati, pasti consumati in localita’ estranee al territorio regionale o in giornate festive”. Uguali considerazioni si possono fare per l’acquisto “di beni destinati a essere donati agli ospiti come forma di ospitalita’ e cortesia in occasione di incontri istituzionali o ragionevolmente consegnati, considerata la data d’acquisto, in occasione delle festivita’ natalizie a personalita’ esterne all’Amministrazione”.

Ma di cosa stiamo parlando? Caramelle, patatine Fonzies, focacce, spazzolini, i – pad: c’e’ un po’ di tutto nella ‘lista della spesa’ da 15.757,21 euro di Renzo Bossi, soprannominato ‘il Trota’, uno degli ex consiglieri regionali lombardi ai quali oggi la Procura di Milano ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Nell’elenco spuntano anche pacchetti di sigarette, bibite varie e 1740 euro spesi all’Apple Store il 20 settembre 2011. A Nicole Minetti vengono contestate spese compessive per 19.651 euro per oggettisca varia, diversi coperti, tra cui molti pasti in ristoranti giapponesi, l’acquisto del libro ‘Mignottocrazia’.

A Luca Gaffuri, ex capogruppo del Pd al Pirellone, e’ contestata l’appropriazione di 10.360 euro per cene, pranzi, un soggiorno a Sondrio, bottiglie di vino. Agli ex consiglieri Pdl Giorgio Pozzi e Giorgio Puricelli sono imputate rispettivamente spese per 5855 euro e 9037 euro, all’ex pidiellino Gianluca Rinaldin per oltre 81mila euro. L’accusa per la maggior parte degli indagati e’ peculato, solo in due casi viene contestata anche la truffa aggravata ai danni dello Stato.

“Ho sempre detto che chi sbaglia paghera’”. Cosi’ Matteo Salvini commenta la chiusura delle indagini sui rimborsi di consiglieri e assessori regionali lombardi della passata legislatura. “Detto questo, il Consiglio della Lombardia e’ quello che costa e spende meno in Italia. Tra l’altro alcuni nostri consiglieri hanno gia’ spontaneamente restituito i rimborsi prima del giudizio finale”, ha aggiunto il segretario federale della Lega Nord, conversando coi giornalisti durante un sopralluogo in uno stabile abbandonato a Milano.

La Procura di Milano ha chiesto di archiviare la posizione di 20 indagati ex assessori della Giunta lombarda, tra cui Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e mobilita’), Romano La Russa (Industria, piccola e media impresa), Stefano Maullu (Protezione Civile e Polizia Locale), ritenendo che “le spese” da loro sostenute fossero “da un punto di vista formale sostenute da giustificazioni adeguate fornite dall’amministratore prima della presentazione di richiesta del rimborso”. La Procura di Milano ha chiuso le indagini su 65 persone, tra consiglieri ed ex assessori del Consiglio della Giunta della Regione Lombardia, che avrebbero utilizzato illecitamente i rimborsi pubblici. Complessivamente gli investigatori hanno stimato che la somma dei rimborsi illeciti si aggira sui 3 milioni e mezzo. Tra gli indagati figurano anche Renzo Bossi, Nicole Minetti e Davide Boni. Gli indagati appartengono alle forze politiche sia di centrodestra che di centrosinistra.

Solo qualche giorno fa, per la cronaca, è stato rinviato a giudizio anche l’ex presidente Formigoni, per la vicenda relativa ai regalini che avrebbe ricevuto da Daccò in cambio di favori nella Sanità.

 

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