di STEFANIA PIAZZO – Prima gli italiani. Ma anche no. Non è vero che c’è una sola Lega. La Lega nazionalista che chiude i porti (qualcuno, ndr) chiude anche il tesseramento alla Lega Nord, che sorprendentemente esiste ancora, ai residenti che non siano cittadini del Centro-Nord. Sono ammessi solo quelli di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino Alto Adige (non Sud Tirolo ma ancora con la dicitura del Ventennio). Per tutti gli altri, ben oltre le prime sorgenti del Tevere sul Fumaiolo, c’è una tessera diversa, quella di Salvini Premier aperta la parentesi: (Italia). Due forni per mettere insieme tutti. Per non scontentare nessuno, ma per conservare un distinguo “padano” a chi non digerisce l’Italia e la Lega se la ricorda ancora del Nord. Un’abile operazione di marketing politico, che tiene fuori i “teroni” in senso affettuoso ma non li esclude e che apre le porte a Sud e Isole senza dire troppo forte che per loro la tessera c’è, ma è solo un po’ diversa. Ma nel gran boato mediatico del consenso che ruota attorno al culto della persona, chi se ne accorge? Anzi, la tessera della Lega Italia è una conquista per chi prima era emarginato da quelli della Lega “che li trattavano male”. Marciare divisi, colpire compatti. Uniti, nelle differenze. E i leghisti del Nord così sono accontentati. Il Nord è finalmente salvo.