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Per non dimenticare / Vescovi in Italia e vescovi in Polonia, Ungheria e Slovacchia. Scopri le differenze

verità

Che differenza passa tra il cattocomunismo e il comunismo? Ne passa. Applicato ai giorni nostri, il buonismo nostrano è esemplificato nella posizione della Conferenza episcopale italiana che, per voce appunto dei suoi vescovi, esorta all’accoglienza senza frontiere dei migranti. E’ la posizione di mons. Galantino, presidente della Cei e del suo seguito. Posizione condivisa dalla sinistra di governo  e dai postdemocristiani che vi governano assieme. Ma, quella della Cei, non è la posizione dei vescovi di Polonia, né quella dei vescovi di Slovacchia né, tantomeno, quella dei vescovi di Ungheria. Le loro rispettive Cei hanno detto qualcosa  in contrario rispetto alle scelte dei loro governi, a maggioranza cristiano-cattolica, ovvero di accogliere solo i profughi certificati e non solo, purché cristiani?  Slovacchia e Ungheria si sono pronunciate così con marcata decisione, con un ministro degli Interni ungherese peraltro dichiaratamente cattolico. E con un muro costruito per arginare gli arrivi di migranti. Ma i vescovi là non hanno dissentito, a quanto pare.

Ma andiamo avanti. In Polonia di recente nelle chiese è stato letto e diramato un messaggio vescovile di esortazione per l’accoglienza dei profughi cristiani.

Il Vaticano non è intervenuto per scomunicare nessuno. D’altra parte la Chiesa dice di voler professare il dialogo con la cultura. In questo caso, con l’estero e con l’Italia, ci pare eserciti il dialogo col potere. Con il potere dell’est che non disapprova, perché altrimenti dovrebbe disapprovare le chiese piene e i seminari pieni di Ungheria, Polonia e Slovacchia, a differenza di quelli semivuoti di mons. Galantino. Con il potere  nostrano, con cui condivide la filosofia cattocomunista dell’accoglienza per tutti. In Italia. All’estero non si intromette negli affari degli altri cattolici guidati da altri vescovi, come visto. Affermava di recente il ministro ungherese dell’Interno,  Peter Szijjarto : “I paesi dell’Ue cercano una soluzione, ma l’Ungheria non può permettersi di aspettare più a lungo. Stiamo parlando di un tratto di confine lungo 175 km (110 miglia), la cui chiusura fisica potrà essere realizzata con una recinzione alta quattro metri”. “Nel 2014 l’Ungheria ha accolto più rifugiati pro capite di qualsiasi altro paese Ue, Svezia esclusa”. (fonte RaiNews).

Come si vede, la posizione di mons. Galantino non è la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica. E’ la sua posizione. Sarebbe come dire che i papi della chiesa in passato rappresentino o abbiano rappresentato tutti il soglio di Pietro. Alzi la mano chi si riconosce in Alessandro VI o in Giulio II. Due giganti della storia, che hanno espresso la cultura del loro tempo, delle loro stirpi, ma la Chiesa Cattolica era altro. E’ altro dai Borgia e dai della Rovere.

Non stupisce che Angela Merkel, in un paese luterano, dica che accoglierà solo profughi siriani quindi cristiani. Non stupisce che Cameron, in un paese anglicano, dica stop agli arrivi e non voglia più accogliere nessuno. Sorprende che la stampa italiana, anche quella che dipende dai vescovi italiani, non racconti che nei paesi cattolici diversi dall’Italia, il tema dell’accoglienza sia affrontato diversamente dai vescovi e dai governi dove il fronte cattolico è maggioritario e non minoranza. Qualcosa non quadra. Il dovere di non tacere è evangelico. Mentre Paolo era a Corìnto, una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere”. Il dovere di non tacere, di testimoniare la verità è evangelico. Eppure in Italia il dovere di informare su quanto accade nei paesi cattolici, da parte di certa stampa cattolica, non è una priorità. Tacere è dichiarato persino diabolico. O, per non usare termini troppo roboanti e complottisti, è pecoronismo.

Ma senza varcare i confini dell’est, basta guardare alla Svizzera. Il lavoratore comasco o varesotto che abbia trovato lavoro in Svizzera, può restare a patto che: si paghi un’assicurazione sanitaria, presenti la fedina penale, il contratto di lavoro ovviamente, e quello d’affitto. In più, certificazione medica di buono stato di salute. Non arriva dal Burundi o dal Congo. Ma da Varese!

Quid est veritas?  “Che cosa è la verità?”, chiedeva Ponzio Pilato interrogando Gesù. Rendere testimonianza alla verità è un tema che ricorre spesso nel Vangelo. “Conoscerete la verità e sarete uomini liberi” Dice Gesù nel Vangelo. Ecco, liberi di scegliere, liberi di sapere, liberi di capire. A noi basterebbe essere liberi di poter leggere. Purché la stampa ne parli.

Stefania Piazzo

(nella foto che accompagna il pezzo,  “Che cosa è la verità?” – iscrizione stilizzata in catalano all’entrata della Basilica Sagrada Familia, a Barcellona,  in Catalogna)

 

 

 

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