BERNA – Precedenza alla manodopera indigena: è questo il principio su cui deve basarsi l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa dell’UDC. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale si è pronunciata oggi per una soluzione che non prevede quote o contingenti, ma che permette di adottare misure correttive non appena l’immigrazione oltrepassasse un certo livello su scala regionale o nazionale.
La proposta, accolta con 16 voti contro 9, è stata definita “un compromesso” dal presidente della Commissione Heinz Brand (UDC/GR). Il testo prevede che il Consiglio federale elabori delle misure per sfruttare il potenziale di manodopera indigena (cittadini svizzeri e stranieri già domiciliati nel paese). Il governo dovrà anche determinare, tenendo conto di diversi fattori tra cui l’immigrazione, la situazione a livello di mercato del lavoro e la congiuntura, soglie a partire dalle quali potrà essere introdotto un obbligo di comunicazione dei posti di lavoro vacanti.
Se queste misure non si rivelassero sufficienti e l’immigrazione dall’Unione europea e dall’AELS superasse un certo livello sul piano regionale o nazionale, l’esecutivo potrà ricorrere a misure correttive appropriate. Sarà il Consiglio federale stesso a decidere a partire da quale limite adottarle, per quanto tempo mantenerle in vigore, di che tipo esse dovranno essere e a che categorie professionali dovranno venire applicate. Qualora queste misure – che dovranno essere limitate al minimo indispensabile – non dovessero risultare compatibili con l’accordo sulla libera circolazione delle persone, dovranno essere discusse da un comitato misto Svizzera/Ue.
Piace a tutti, tranne a l’UDC
Come già anticipato dal presidente della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale Heinz Brand (UDC/GR), la proposta presentata oggi incontra il favore di tutti i partiti ad eccezione dell’UDC. Ecco in sintesi le reazioni all’annuncio odierno.
UDC: per il partito la soluzione presentata oggi è inaccettabile, ha affermato durante la conferenza stampa Gregor Rutz (ZH). La Costituzione esige una gestione indipendente della questione migratoria e non è possibile che per fare ciò si debba chiedere l’autorizzazione di Bruxelles. Non è ancora chiaro quali passi compirà ora l’UDC: se lanciare un referendum contro la modifica della legge o se proporre addirittura un’iniziativa di attuazione. “Prima c’è la sessione e la proposta verrà discussa dai parlamentari”, ha concluso il consigliere nazionale.
PS: “un passo nella giusta direzione”, “un buon compromesso”: così viene definita in una nota la proposta presentata oggi dalla Commissione. Secondo il partito, questa è l’unica via possibile per mantenere gli accordi bilaterali e nel contempo rispettare la volontà popolare uscita dalle urne il 9 febbraio 2014. La Svizzera ha bisogno di relazioni stabili con l’Ue e gli accordi bilaterali non devono in nessun caso essere messi in pericolo.
PPD: la commissione ha optato per un approccio federalista, compiendo un grande passo verso una valida soluzione all’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Si tratta – precisa il PPD in una nota – di una soluzione che risponde alle esigenze dei cantoni e consente di adottare misure di sostegno laddove ve n’è bisogno. Il presidente Gerhard Pfister ha aggiunto, esprimendosi davanti ai media, che le trattative con l’Ue sono ora divenute obsolete. “La commissione propone una soluzione che non viola gli accordi bilaterali e quindi non bisognerà cercare di ottenere concessioni dall’Ue”.
Verdi: in una nota il partito ecologista si dice sollevato per “l’ampia coalizione della ragione” che ha avuto la meglio all’interno della commissione. La proposta garantisce il rispetto dei bilaterali e consente allo stesso tempo misure in favore dei disoccupati.
Verdi Liberali: il partito saluta la proposta presentata oggi. Si tratta di “un buon compromesso elvetico” che accomuna diversi partiti ed è compatibile con gli accordi bilaterali, cosa che soddisfa le principali aspettative dei Verdi liberali. Le relazioni con l’Ue hanno un’importanza centrale per l’economia e la ricerca elvetica.
USAM – L’Unione svizzera delle arti e mestieri saluta la soluzione “non burocratica” presentata oggi dalla commissione per attuare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. L’organizzazione ribadisce la sua convinzione che bisogni in ogni caso rinunciare all’introduzione di contingenti fissi.
USS – Per l’Unione sindacale svizzera è positivo che si rinunci ad introdurre contingenti e tetti massimi: in passato essi hanno portato a lavoro illegale e a condizioni di lavoro precarie. Sarebbero inoltre in contraddizione con gli accordi bilaterali. La confederazione sindacale chiede però maggiori misure di protezione dei lavoratori, soprattutto a livello salariale.
fonte cdt.ch