di MARIO DI MAIO – In materia di immigrazione i nostri dirigenti, quelli U.E.e quelli degli altri attualmente 25 Paesi aderenti finora non n hanno saputo far meglio di un qualsiasi Cetto Laqualunque.
La “querelle” impantana tutti comporta spese enormi, e condiziona il progresso del nostro continente da troppo tempo.
Al di la’ dei singoli atteggiamenti favorevoli o contrari, e’ comunque emersa una sola,indigesta verità: chiunque lo abbia “provocato” non si tratta di un fenomeno transitorio, ma di un qualcosa di “epocale” che durera’ anni; questo comporta anche che le soluzioni parziali sono da scartare in partenza a cominciare da quella di riportare indietro i migranti, che ripartirebbero il giorno dopo.
Un’altra costatazione “insuperabile” e’ che nessuno dei Paesi europei e’ disponibile (con ragione) all’accoglienza illimitata “a prescindere” e “senza se e senza ma”.
Pertanto “la faccenda” si ingrossera ancora.
Ma se le cose stanno come sopra descritto l’Onu deve intervenire nei modi e nei tempi giusti (ma brevi il piu’ possibile) presso i Paesi dove l’immigrazione ha un senso e puo’ essere di vantaggio per chi accoglie: Australia, Canada, Sud Americhe e Russia. La’ almeno lo spazio non manca.
Piaccia o no e’ difficile immaginare altre soluzioni. A meno che non si voglia sponsorizzare il progetto massonico di sostituzione della manodopera nostra con quella africana.