Come ha impattato il Covid-19 sulle nostre finanze? Sappiamo che le conseguenze dell’emergenza sono state nefaste sul piano economico. Qualche numero, per avere un’idea più precisa della crisi, ci viene fornito dal rapporto «Gli italiani e l’impatto economico dell’emergenza Coronavirus», realizzato da Bva Doxa per Affide, leader europeo del credito su stima. Lo veniamo a sapere, come sempre, dall’agenzia di stampa Adnkronos.
Da quanto riporta lo studio, il 25% del campione totale (mille intervistati) ha perso una cifra inferiore ai mille euro, un altro 25% fra i mille e i cinquemila, mentre per l’11% si parla di perdite superiori a cinquemila euro. I più colpiti sono stati le famiglie con figli (79%), gli autonomi (79%) e i disoccupati (75%), oltre ai giovani nella fascia 18-24 (79%). Per molti connazionali, la corsa alla richiesta di un prestito è stata in questi mesi la soluzione naturale per rispondere alla mancanza di liquidità.
Due italiani su tre hanno avuto impatti negativi sulla situazione finanziaria della propria famiglia a causa dell’emergenza. Tra chi ha dichiarato di essere stato colpito finanziariamente, il 50% ha dichiarato di aver subito un impatto «medio» sulla propria economia (ossia ha dovuto rivedere il proprio stile di vita senza stravolgerlo a causa di una riduzione delle entrate), mentre il 16% parla di un impatto «molto forte» perché si è visto costretto a chiudere la propria attività o è rimasto senza lavoro.
L’altro dato che emerge dalla ricerca riguarda le modalità di finanziamento richieste, per avere un sostegno in questo momento di straordinaria difficoltà. Esigenza pressoché inevitabile, data l’attuale congiuntura economica.
Il 15% del campione, in questo periodo, ha pensato di chiedere un prestito e ben uno su quattro si è detto pronto a rivolgersi al credito su stima per avere liquidità immediata. Un dato confermato anche dall’incremento di afflussi presso le filiali Affide, che nel mese di maggio hanno registrato una crescita delle operazioni complessive agli sportelli del 18% rispetto al mese di febbraio, precedente il lockdown.
Che cos’è il credito su stima
In Italia usano in media questo servizio tra le 270mila e le 300mila persone ogni anno, per un giro d’affari complessivo di circa 800 milioni di euro affidamenti (dati Assopegno 2019) e un taglio medio del prestito di circa mille euro secondo quanto dichiarato da Affide.
Il credito su stima permette di ricevere un finanziamento offrendo come unica garanzia un prezioso o un gioiello, che resta di proprietà di chi lo impegna e che viene custodito in sicurezza dalla società. Al termine del periodo concordato, il proprietario del bene può scegliere se riscattare il suo bene (come accade nel 95% dei casi) o prolungare il finanziamento. Solo nel 5% dei casi il bene non viene riscattato e va all’asta, sempre per conto del cliente.
«In questi mesi il credito su stima ha rappresentato un’opportunità unica per avere liquidità in sicurezza, velocemente e in trasparenza – ha spiegato Andreas Wedenig, direttore generale di Affide -. Il ruolo sociale che oggi, come in passato, ricopre questo servizio ha permesso a tanti di avere denaro in breve tempo, rimanendo proprietari del proprio bene e senza dover passare da valutazioni di solvibilità o dalla presentazione di documenti, cedolini e altro. Affide ha registrato un incremento del 18% delle operazioni, rispetto al pre-lockdown».
Tra le altre ragioni che spingono chi ha bisogno di liquidità a pensare al credito su stima, le spese inattese o impreviste (15%); la necessità di far fronte alla perdita del lavoro o a una riduzione dello stipendio (8%). Non manca chi vi si rivolgerebbe, però, per pagare l’affitto o il mutuo di casa (5%), per affrontare piccole spese fisse come il pagamento di bollette o la spesa (5%) o per sostenere la propria attività commerciale (4%).