E in Sardegna nasce anche un comitato contro le autonomie

Un secco no all’ Autonomia differenziata , considerata una “pericolosa deriva istituzionale” e una grande mobilitazione in piazza indetta per il 25 marzo a Oristano. Nasce il Comitato sardo contro l’ Autonomia differenziata, che in pochi giorni ha già raccolto una settantina di adesioni nel mondo associativo, della cultura e dei territori. Tra i promotori Andrea Pubusa costituzionalista e docente, Mario Arca e Alfio Desogus, che lanciano l’allarme “sui gravi pericoli ai quali andrebbe incontro l’Italia e, in particolare la Sardegna in sanità, istruzione, lavoro, ambiente, sviluppo economico, ambizione nei quali l’Isola già paga il prezzo di una mancata e piena realizzazione dell’Autonomia speciale”.

Tra le adesioni già raccolte quella della consigliera regionale Laura Caddeo, l’ex sindaco di Alghero Mario Bruno e l’ex parlamentare del Pd Andrea Frailis. “Non è un comitato partitico – chiarisce all’ANSA Mario Arca – per questa parte dal basso e si propone di allargare la partecipazione a singole persone, forze sociali e produttive, associazioni, sindaci, parlamentari e consiglieri regionali”. E proprio ai sindaci arriverà nei prossimi giorni la lettera di invito alla manifestazione e al Comitato: “L’adesione dei sindaci è fondamentale, sono loro la prima interfaccia dei cittadini e quando vengono fatte scelte sbagliate a Roma o in Europa i primi a subire il contraccolpo sono loro”, spiega Arca. Nel Manifesto del neonato comitato le principali motivazioni della contrarietà: “Sanità,trasporti, scuola e università e in genere tutti i servizi, ma anche ambiente, sicurezza del lavoro e giustizia – si legge nel documento – si declinano diversamente per ogni Regione, con effetti devastanti sulla vita delle persone”. La fotografia che ne scaturisce è quella di una “sanità pubblica ancor più debole, scuola e università piegate alle esigenze politiche locali, con programmi diversificati e conseguenti difficoltà nella mobilità sociale sul territorio nazionale, ma anche insegnanti diversamente formati e retribuiti reclutati solo a livello locale”. 

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