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Referendum, perché secondo me Zaia e Maroni hanno ragione

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di MARIO DI MAIO – Leggo sempre con estrema attenzione gli articoli di Enzo Trentin su ” lindipendenzanuova.com” in materia di autodeterminazione per tutto quello che insegna e come lo spiega.

Trovo, ad esempio interessantissima la citazione di Mortati a proposito dell’assurdita’ giuridico-costituzionale del referendum “consultivo”.
Detto questo a costo di apparire schizofrenico preciso che, nonostante il costo e l’efficacia dubbia dell’ “operazione referendum, ritengo che vada portata a termine.
Infatti il peggioramento culturale economico e morale provocato dai governi degli ultimi 5 anni, potenziato dall’ invasione dei clandestini che ha azzerato l’ utopistica “coesione territoriale” stanno facendo emergere sul territorio inaspettate opzioni fasciste e rinnovate simpatie pentastellate .
Ovviamente i referendum non ricondurranno attivisti e militanti leghisti all’indipendentismo ma servono a coinvolgere “gli altri” in “qualcosa di leghista” e permettono di organizzare una grossa campagna anticentralista che dovrebbe interessare molto ciascuno di noi.
Certo, non dobbiamo sparare balle spaziali perche’ ne’ Milano ne’ Venezia diventerebbero autonome come Bolzano, ma la promozione di un potere locale “reale” e’ possibile.
La “riconversione” dei leghisti all’indipendentismo vero e’ comunque affidata a “Il grande Nord” che preliminarmente dovrebbe unificare la galassia indipendentista padana a partire dal lombardo-veneto.
Dopo di che sara’ piu’ facile elaborare un progetto politico valido partendo dalla coscienza identitaria condivisa, primo obiettivo ineludibile, come ripetutamente dimostrato da Trentin.
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