Taglio dei parlamentari, lucciole per lanterne. Non toccano il contributo ai gruppi parlamentari

di Openpolis – A settembre si voterà anche per il taglio dei parlamentari, lo decideremo attraverso un referendum di conferma. Ma attenzione,  il governo Conte II nasce con l’accordo da parte di Partito democratico e Liberi e uguali di sostenere il taglio dei parlamentari in cambio dell’introduzione di 3 correttivi.

 

  • l’abbassamento a 25 anni dell’elettorato passivo e a 18 di quello attivo per il senato;
  • il superamento della base regionale per l’elezione del senato, in favore di una base circoscrizionale;
  • la riduzione da 3 a 2 i delegati regionali che partecipano all’elezione del presidente della repubblica.)

Tra le principali motivazioni politiche dietro al taglio, c’è il tema dei risparmi. Riducendo di 1/3 il numero di deputati e senatori, la spesa del parlamento si contrarrebbe. La voce principale sono ovviamente le indennità (124 milioni l’anno) e i rimborsi (100 milioni). Tagliare il numero dei parlamentari richiederebbe anche correzioni ai regolamenti di Montecitorio e Palazzo Madama. Sono molti infatti gli articoli in cui si fanno diretti riferimenti al numero di deputati e senatori. Camera e senato lavorano con due regolamenti differenti, e quindi sarà necessario un processo di riforma in entrambi i rami.

 

Il tema dei risparmi però è molto ampio. Un altro modo di affrontare la materia sarebbe stata la riduzione di determinate voci di spesa. Oltre a ridurre l’indennità percepita dai parlamentari, si poteva pensare a ridurre il contributo istituzionale che ricevono i gruppi parlamentari. Possibilità che i partiti vedono con timore, essendo ormai la principale fonte di finanziamento.  

Per una lettura completa del dossier: https://www.openpolis.it/taglio-dei-parlamentari-ci-siamo-dimenticati-dei-correttivi/

 

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