“La sentenza della Corte Europea è un atto d’accusa inequivocabile: lo Stato italiano ha abbandonato i suoi cittadini, permettendo che la Terra dei Fuochi diventasse una camera a gas a cielo aperto. Per anni, chi doveva intervenire ha finto di non vedere, ha minimizzato, ha promesso e poi si è girato dall’altra parte, mentre la gente si ammalava e moriva. Ora l’Europa ha detto chiaramente quello che la scienza denuncia da anni: questa è una strage silenziosa e lo Stato ha gravi responsabilità”. Parola del professor Antonio Giordano, oncologo e anatomopatologo della Temple University oltre che presidente dello Sbarro Institute, tra i primi a denunciare il fenomeno della Terra dei Fuochi nel libro inchiesta: “Monnezza di Stato: le terre dei fuochi nell’Italia dei veleni”.
Nel volume Giordano descriveva i risultati del progetto scientifico “Veritas” con il quale evidenziava l’alta concentrazione di metalli come cadmio, mercurio, arsenico, piombo nel sangue di pazienti oncologici residenti a Giugliano, ritenuto uno dei comuni simbolo della devastazione ambientale di Napoli Nord. “Non è più il tempo delle scuse – osserva il docente – dei rinvii, dei soliti balletti politici, di promesse e slogan. La salute non è un lusso, è un diritto costituzionale e chi siede nelle istituzioni ha il dovere di tutelarla con i fatti e non solo con le parole. Bonifiche serie, controlli reali, pene severe per chi ha avvelenato la nostra terra e le nostre vite. Se oggi non si agisce con fermezza, domani ci sarà un’altra sentenza, e poi un’altra ancora. Ma ogni giorno di ritardo si misura in vite umane. Oggi lo Stato ha una grande occasione di riscatto, dimostrando di essere dalla parte dei cittadini ed evitando di rimanere complice del più grande disastro ambientale e sanitario della nostra storia. Non c’è più tempo. Non c’è più tolleranza – conclude Giordano – per l’inazione”.