
di MARCELLO RICCI – Walter Chiari introdusse il sarchiapone. Nei decenni successivi se ne è parlato sempre meno. Già si pensava all’estinzione della specie. Se ne ipotizzavano due tipi, uno americano, l’altro asiatico. Nella realtà erano tre i ceppi e quello africano di cui non si parlava, si rivelò essere il più pericoloso. Dotato di eccezionali capacità camaleontiche si è proposto in mille modi di facciata tutti finalizzati a carpire pietà comprensione. Era necessario superare le barriere di specie e orientare la morale ad essere espressione di opportunità. Scaltri e prolifici i sarchiapoiodi. Cambiano colore, aspetto spingono verso la tolleranza per mascherare l’invadenza. Hanno la segreta arma delle mutazioni con il fine di nascondere l’infestazione. Alcuni saggi considerato il pericolo hanno creato dei disinfestanti . Tutto vano. I sarchiapoidi con la tecnica delle mutazioni, si sono rigenerati in specie resistenti, apparentemente diverse ma sempre capaci di mangiare le dita anche dei bambini e di approfittare dei cataclismi per rubare ai cadaveri. Muta dopo muta, divennero tanto diversi, uscendo così dal guscio sarchiapale per entrare in quello più evoluto degli zazammeri. Gli umani non si resero conto che la mutazione, apparentemente favorevole , nel concreto era pericolosissima. Furono cordiali , sino a interpretare tutti i loro gusti . Li assecondarono. Gli zazammeri presero il dominio e come topi invasero tutto, fogne comprese portando morbi letali per i rari superstiti sarchiaponi .Questa la vera storia della loro scomparsa. Walter Chiari e Borges , seduti sulle estremità di una panchina, in cielo, hanno scritto con inchiostro invisibile , ma leggibile questa storia pervenuta dall’irreale che veste il reale.